Maladie des If: La Rivelazione del Pop Contemporaneo e il Loro Viaggio - ARTISTI EMERGENTI

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Maladie des If: La Rivelazione del Pop Contemporaneo e il Loro Viaggio

“Storie pop di donne comuni, sussurrate all’orecchio di chi sa ascoltarle”

Maladie des If nasce durante la pandemia, frutto della collaborazione a distanza tra Lori “Maladie” De Falco (autrice e voce) ed Eugenio Cerocchi (autore e chitarrista). Il progetto rappresenta un’evoluzione del precedente duo Isolati Fenomeni (IF), che aggiornava il suo stile “unclassifiable vintage pop” in un “posh pop” altrettanto sfuggente a etichette convenzionali. MDI eredita un bagaglio ricco di esperienze live, partecipazioni a festival e ospitate di rilievo, portando con sé il videoclip di punta “Maladieâ€, diretto dai pluripremiati registi Santa de Santis e Alessandro D’Ambrosi. Il video ha raccolto numerosi riconoscimenti, tra cui l’International Tour Film Festival (2017), Versi di Luce Festival, e il 72° Festival Internazionale del Cinema di Salerno (2018), oltre ad essere stato proiettato alla 75ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

PROFILO SPOTIFY

Il nome Maladie des If è stato scelto per il nuovo progetto, in omaggio scaramantico al brano che ha segnato il successo del duo. Dopo intense sessioni di composizione e arrangiamento a distanza, nell’estate del 2021 MDI debutta con il suo primo showcase. Nell’autunno dello stesso anno, il progetto viene ospitato nel programma We Have a Dream di Red Ronnie, evento che segna l’inizio di una serie di successi: il debutto live di MDI viene trasmesso da Ticket to Ride di Rai Radio Live, il gruppo conquista il podio al Premio Apulia Voice e si aggiudica il Premio Speciale Originalità al Rumore BIM Festival. Il 2022 si conclude con il Premio New Hit al Roma Music Festival.

Nella primavera del 2023, Maladie des If pubblica i suoi primi singoli con The Lab Music Factory: Origami, grazie al contributo decisivo di Clemente Ferrari, e Tic Tac. Dopo la loro uscita, il duo continua a raccogliere riconoscimenti: la selezione per Onda Rosa Indipendente, la finale del Premio Apulia Voice, il Premio Cora al Premio Anacapri Bruno Lauzi, e il podio al PAE. La loro performance si distingue anche al Summərday, al Festivalino di Anatomia Femminile di Michele Monina, e alla finale della 34ª edizione di Rock Targato Italia, culminando con la vittoria come Miglior Artista al Videofestival del Mare.

BRANI SU SPOTIFY

A marzo 2024, il nuovo singolo Vivi se ne va raggiunge rapidamente le vette delle classifiche, sostenuto dal suggestivo videoclip firmato da Viviana Iannizzi e Guglielmo Vavoli. Nel frattempo, MDI è pronta a lanciare un nuovo singolo, una storia di isolamento scritta con un tocco da “digital addicted” (senza l’aiuto dell’intelligenza artificiale). Origami riceve il premio per il miglior arrangiamento al Sasinae Festival, mentre il progetto continua a raccogliere successi e riconoscimenti, tra cui la qualificazione alle fasi finali di Premio Pierangelo Bertoli, Je So Pazzo, e Acquara Music Fest.

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âœï¸ INTERVISTA

Cosa ti ha spinto ha fare la Cantante?

L’essere venuta al mondo. È solo una battuta, ma come tutte le battute cela una lampante verità: la musica è nata con me, ed io con lei. Mi accompagna da sempre. Sarà stata forse l’atmosfera respirata in casa da piccola, creata dalle note della chitarra che mio papà, ingegnere, strimpellava a tempo perso, i nostri duetti strampalati, oppure l’atmosfera della mia città, Nola, che ogni anno a giugno si accende di nuove musiche d’occasione per accompagnare la ballata dei nostri giganti (parliamo della Festa dei Gigli, patrimonio Unesco).

Quali sono i lati positivi nell’essere cantante?

Non siamo abituati a considerarlo da questo punto di vista, ma il canto è paragonabile a uno sport completo: implica il coinvolgimento totale di corpo e mente. Chi canta è dotato di uno strumento di comunicazione e condivisione in più, forse il più potente di tutti, grazie alla combinazione di parole e musica. E poi, che fortuna! Mi consente di oziare dalla mattina alla sera perché, parafrasando il noto aforisma, facendo ciò che amo ho la possibilità di non lavorare un solo giorno della mia vita. O, piuttosto, una sola sera, e questo lo spiegherò meglio rispondendo alla prossima domanda che già immagino essere…

E quelli negativi?

“Ah, interessante… e di lavoro cosa fai?â€, e su questo non aggiungo altro. Tornando poi alle considerazioni che facevo sul canto riguardo all’impegno psicofisico che richiede, può essere defatigante. Nelle performance, anche brevi, ci si consuma e quando a volte le condizioni non sono ottimali si accumula una grande tensione, piuttosto che scaricarla. Ma il gioco della creazione e della condivisione vale senza ombra di dubbio la candela.

Come ti concentri prima di cantare?

Difficilmente mi concentro, ahimè. Mi ripropongo sempre di farlo, programmo tutto anche nei dettagli, i pensieri, gli esercizi di riscaldamento, ma quasi sempre buco qualcosa, per ansia, per troppo zelo, perché qualcuno o qualcosa interviene a spezzare il flusso e non mi riesce di ignorarlo. Poi parte la musica e, con lei, la magia. Tutto torna al suo posto, almeno fino all’ultima nota. Dopo la quale sono felice e puntualmente insoddisfatta.

Come ti concentri per scrivere un brano?

Non mi concentro proprio. Anche quando scrivo a quattro mani – e da remoto – con il mio collega e amico Eugenio Cerocchi, i brani, o i testi, nascono sempre di getto. Diciamo che si concentrano da soli, anche nello spazio-tempo. Sgorgano dalla penna, o meglio dalle punte delle dita – scrivo quasi sempre sulle note del cellulare – come se fosse qualcun altro a dettarmeli, e sono già tutti lì, interi e formati. Una specie di evento soprannaturale.

A chi ti sei ispirata?

Consciamente a nessuno. Ho cercato sempre di fare dell’originalità la cifra stilistica dei miei progetti. Ancora di più in una fase in cui se non si è la copia della copia e non si richiama alle orecchie degli altri il già sentito, piuttosto che essere valorizzati, si viene emarginati. Un po’ mi sarà riuscito, visto che sono arrivati riconoscimenti alla peculiarità delle mie produzioni. Però non posso negare che i miei ascolti dell’adolescenza hanno influito in misura determinante sulle sonorità che prediligo, traccheggio a metà del guado tra il funk dei 70 e il pop mitteleuropeo degli 80.

I tuoi hobby/interessi al di là della musica?

Trovo il mondo in generale un posto interessante ed è difficile dare un’idea di cosa attiri di più la mia attenzione. Tuttavia, riflettendoci, mi rendo conto che il mio interesse finisce sempre per rivolgersi a cose, fatti, attività che possono essere accompagnate dalla musica, che se non ho nelle orecchie ho comunque sempre nella testa, e praticate nella natura (e pensare che sono poliallergica!), come gli sport individuali e ritmici, ad esempio lo sci alpino e lo scialpinismo, o la lettura. Questo è anche abbastanza scontato per chi scrive canzoni, perché come potrebbe chi scrive non avere letto voracemente tutto ciò che gli è capitato a tiro o non si sia regalato occasioni di riflessione?

Parlaci del tuo ultimo progetto.

È in rampa di lancio il nuovo singolo. Solo un accenno a cosa gli ha dato occasione: un servizio giornalistico su un disagio sociale esploso in pandemia, e la tecnica di stesura del testo, che ha a che vedere con una forma rudimentale di IA. Speriamo poi, tra i tanti festival e i troppo pochi live, di far uscire non troppo in là un EP, meglio ancora sarebbe un album. Dal punto di vista commerciale potrebbe avere poco senso al giorno d’oggi, ma sono pur sempre una tardo boomer che non si arrende all’evidenza.

Ci sono tanti ragazzi e ragazze che sognano di diventare cantanti. Che consigli daresti?

Un grandissimo artista mio conterraneo si è espresso meglio di come potrei fare io: “Tu non darti per vinto, perché chi ci ha già rinunciato e ti ride alle spalle forse è ancora più pazzo di teâ€. Rimanete folli e disadattati, non date retta a nessuno. Neppure alle sirene, però.

Chi ti ha supportato o ostacolato nel tuo percorso?

Partiamo da chi mi ha ostacolato: nessuno, se non io stessa, cedendo per inesperienza ed immaturità alle convenzioni sociali e alle influenze familiari. Ho girato in tondo per tanto tempo, poi ad un certo punto è scattato qualcosa, forse ha contribuito anche l’esperienza della malattia: quando prendi coscienza della tua mortalità, il tuo tempo non lo sprechi più in cose che ti interessano fino ad un certo punto, per forza di cose ti focalizzi. Ed ecco che, da quando ho cominciato a supportare me stessa e a seguire convintamente le mie reali aspirazioni, è arrivato anche il sostegno degli altri. Non faccio nomi perché di sicuro ometterei qualcuno, ma loro sanno.

Cosa non dovrebbe mai fare un giovane Artista?

Nulla, le esperienze hanno tutte senso per le soggettività che le vivono. Eviterei, forse, solo lo snaturarsi per ammiccare al mercato. Potrebbe funzionare per quel che attiene al successo di pubblico ed economico, forse neppure duraturo, ma lo renderebbe quasi certamente infelice.

Come miglioreresti la scena Musicale?

Come ho avuto già occasione di dire in altre occasioni, mi procurerei una bacchetta magica per far sparire con un ampio, plateale e godurioso gesto “i direttori artistici, gli addetti alla culturaâ€. Non proprio tutti tutti, però tanti.

Perché il pubblico dovrebbe ascoltarti?

Racconto soprattutto storie di donne comuni, che in fondo sono la mia. Prediligo i toni sommessi e colloquiali alle urla che oggi ci sovrastano da ogni direzione. Per le orecchie affaticate, soprattutto, potrebbe essere un’occasione per ricominciare o continuare a cercarsi e, perché no, magari per qualcuna anche per ritrovarsi. Anche solo per un attimo, anche solo un pezzettino. Per una musica, per un’opera d’arte in generale dovrebbe essere questo il vero successo. “Una musica può fareâ€.

Saluta i tuoi Sostenitori.

Nano nano.

SONO UFFICIALMENTE DEI CREATORE DI AE

MALADIE DES IF

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Con un percorso così ricco e dinamico, Maladie des If si conferma come una delle realtà musicali più promettenti e innovative del panorama attuale. Con il loro mix unico di stili e influenze, continuano a conquistare il pubblico e a ricevere riconoscimenti che testimoniano il loro talento e la loro dedizione. Auguriamo a Lori e Eugenio una continua esplorazione sonora, che possa portare loro nuove ispirazioni e successi. Che la loro musica continui a emozionare, sorprendere e affascinare, e che il loro cammino artistico sia sempre illuminato da nuove e entusiastiche avventure. Buona musica e che il futuro di Maladie des If sia costellato di grandi traguardi e soddisfazioni!

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